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nuova teoria MCM

nuova teoria MCM

TEORIE DI RIFERIMENTO E NUOVO METODO

 

Per analizzare e soprattutto comprendere il comportamento delle strutture faremo riferimento alle seguenti teorie:

 

  1. a) teoria dell’elasticità per l’analisi in livello di cimento basso la struttura internamente si comporta in modo abbastanza simile al materiale elastico, omogeneo, isotropo per cui la teoria dell’elasticità conserva una sua validità nel senso che le tensioni interne rispecchiano abbastanza la reale situazione in cui versa la struttura ;

 

  1. b) teoria della plasticità per l’analisi di quanto avviene in livello di cimento alto per una struttura che sta per collassare; quando alcune zone della struttura entrano in crisi si vanno a formare delle zone di crisi e delle zone che restano in campo elastico, ovvero in cui il livello di sollecitazione interno è lontano da quello di crisi; in pratica la struttura al raggiungimento delle crisi si trasforma in elementi quasi rigidi connessi in giunti abbastanza cedevoli o cerniere plastiche. La situazione interna si perde di vista dato che l’attenzione è tutta focalizzata sulle zone critiche.

  1. c) Load path method LPM il metodo introdotto all’incirca nel 2006 cerca di capire i percorsi che seguono le energie interne ( leggi linee-forza in compressione o isostatiche in compressione) come percorsi di flusso dinamico che partono dalle azioni o start e ‘arrivano’ o vanno via attraverso end (punti di supporto o vincolo)
  2. d) strut and tie SeT method schematizza internamente la struttura, in particolare in c.a., come un insieme di bielle compresse, in genere rettilinee (strut) e elementi tesi (tie)

e) ‘multistart chains method‘ ‘MCM’ o ‘teoria delle catene con ingressi multipli’;

La presente trattazione introduce un nuovo unitario approccio con la ‘nuova teoria introdotta è frutto delle considerazioni dell’autore che rielabora e scavalca le due teorie citate  Load path method LPM e strut and tie o SeT method e passa a una visione più complessa ma più aderente alla realtà:

 

La nuova teoria introdotta in questo volume con molta immodestia dall’autore  è una sintesi e una correzione di quelle finora tracciate, più semplicemente individuata come ‘chains method’ o ‘teoria delle catene ‘; Essa mira a comprendere i percorsi che le energie in ingresso seguono all’interno della struttura e a valutare effetti e limiti interni della struttura per consentire al progettista di quantificare il livello di sicurezza inteso come il rapporto tra resistenza o capacità e cimento o sollecitazione ovvero come domanda o effetto sollecitante.

Seguiremo una antica indicazione degli antichi accademici e a mò di slogan in modo spiritoso :

‘noto il percorso, compreso il cimento’

ovvero ‘note le catene noti i legami’

Ovvero, se riusciamo a individuare i percorsi seguiti dalle energie che attraversano un corpo, possiamo  comprendere il cimento che impegna le sue parti. I percorsi sono spesso abbastanza complessi e intersecati tra loro. Non è detto che il progettista che ha individuato i ‘veri percorsi interni’ debba poi eseguire calcoli complessi per seguire i complessi percorsi. Note le catene spaziali reali si potrà poi eseguire i calcoli con le classiche e vecchie teorie, purchè il progettista comprenda che esse sono da ‘correggere’ per effetti e risultati.

La composizione interna del materiale interessato, la rigidezza delle particelle a compressione e i legami resistenti a trazione interni  del materiale attraversato condizionano la risposta strutturale; in pratica a ogni input esterno risulta un cimento qualitativamente diverso a seconda della composizione interna di quanto attraversato e delle sue capacità intrinseche locali e complessive.

Il metodo vuole servire al progettista come chiave interpretativa per stabilire il livello di cimento relativo e il livello di sicurezza ad esso associato.

Il metodo è un mezzo per comprendere dove e come interpretare una struttura sottoposta a livelli crescenti di sollecitazione.

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